“La crisi del polo petrolchimico di Porto Marghera induce ad una seria riflessione sulla individuazione di un nuovo scenario di svilupppo di quella che a buon titolo può essere considerata la più grande area industriale europea riconvertibile. Il futuro di Porto Marghera riveste infatti un’importanza economica e sociale che va ben oltre la sfera comunale ed investe a pieno titolo gli scenari di sviluppo e le scelte di politica economica di livello regionale e nazionale…… Porto Marghera deve diventare il perno della logistica portuale dell’Alto Adriatico, inteso come unico hub portuale con diversi scali da Trieste a Ravenna.
Porto Marghera è considerata nel mercato dello shipping internazionale una naturale e strategica piattaforma logistica sia per le merci in transito da Suez e dirette nei mercati dell’est europeo (4 milioni di teu la stima per il prossimo decennio) sia per le merci in uscita dai distretti manifatturieri del nord-est. Ne ha le caratteristiche geografiche (vicinanza ai mercati di sbocco ed agevole accessibilità dai porti hub del Mediteraneo) e strutturali (4 kilometri di banchine, infrastrutture ferroviarie e disponibilità di aree dismesse). Un luogo perfettamente adatto per svolgervi quelle numerosissime attività “industriali” di lavorazione finale del prodotto, ad alto valore aggiunto, che hanno fatto la fortuna economica ed occupazionale, per esempio, del porto di Anversa”.
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